Essere critici nei confronti del governo dell'Azerbaijan, collaborare con giornali e organizzazioni armene vale l'etichetta di traditore. Lo racconta in questa testimonianza la nostra corrispondente Arzu Geybullayeva
In pieno svolgimento in Azerbaijan i Giochi olimpici europei, che sin'ora non sembrano aver portato la buona pubblicità che si attendevano le autorità. Un commento
Ad un mese dai Giochi olimpici europei che si terranno nella capitale azera Baku, decine di donne e uomini, attivisti e oppositori al governo, sono in carcere e messi a tacere. A preoccupare però è anche il silenzio da parte della comunità internazionale su questa questione
A giugno Baku ospiterà la prima edizione dei Giochi olimpici europei. E' l'ennesimo grande evento internazionale ospitato dall'Azerbaijan nonostante nel paese i diritti umani vengano costantemente e pesantemente violati
Nel 2014 in Azerbaijan si sono contate numerose violazioni alla libertà di espressione, assemblea e associazione. Ripercorriamo in una timeline le principali tappe della stretta repressiva in corso nel paese ai danni dei giornalisti e della società civile
Non è il primo e non sarà l'ultimo. L'arresto di Kadhija Ismayilova, giornalista investigativa azera, si inserisce in una lunga serie di azioni per mettere a tacere attivisti e giornalisti critici nei confronti del regime di Aliyev. Mentre i difensori dei diritti umani internazionali alzano la voce, i governi tacciono
Due stati, una nazione. E' lo slogan su cui si basano le strette relazioni tra Azerbaijan e Turchia. Motto che sembra valere anche per il mancato rispetto della libertà d'espressione
La diplomazia del caviale sembra continuare ad avere grande successo. Continuano i messaggi di allarme che arrivano dall'Azerbaijan in merito al rispetto dei diritti umani nel paese. E che cadono costantemente nel vuoto
Da quando presiede il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, l'organizzazione che guida la difesa dei diritti umani nel continente, l'Azerbaijan ha intensificato gli arresti di attivisti e oppositori. Uno stridente contrasto che nessuno sembra notare
L'Azerbaijan è per sei mesi alla presidenza del Consiglio d'Europa, l'organizzazione che guida la difesa dei diritti umani nel continente. La lista dei prigionieri politici del governo di Baku, però, continua ad allungarsi
In un Azerbaijan prossimo alla presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, continua il pugno di ferro contro gli attivisti per i diritti umani. Martedì 6 maggio sono arrivate le condanne per 8 giovani attivisti del movimento NIDA (letteralmente “Punto esclamativo”)
Mentre un Erdoğan vittorioso nell'ultima competizione elettorale proclama un nuovo futuro per la Turchia, la sua guerra ai social media e i nuovi poteri dei servizi segreti nascondono risvolti inquietanti. Un commento
Il suicidio di Isa, un attivista di venti anni, riapre la dolorosa questione dei diritti della comunità LGBT in Azerbaijan, troppo spesso vittima di stereotipi e omofobia. Il lento e faticoso percorso della tolleranza
Per le autorità in Azerbaijan Internet è libero e di piena libertà godono anche la stampa e gli altri media. E' questo il mantra continuamente ripetuto in patria e nei consessi internazionali. Ma cosa vi è oltre questa scintillante facciata?
La settimana scorsa le elezioni presidenziali in Azerbaijan con la vittoria, prevista e schiacciante di Ilham Aliyev. E con gli osservatori internazionali che si dividono: per l'OSCE elezioni macchiate dai brogli, per l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa tutto a posto. C'è da aspettarsi ora più democrazia o più repressione?
Il 9 ottobre in Azerbaijan si terranno le settime elezioni presidenziali. 10 i candidati in lizza, ma uno solo è il favorito: il presidente uscente Ilham Aliyev. Tra gli elettori sembra esserci voglia di cambiamento ma in pochi credono sia possibile
Una passeggiata nel sistema museale di Baku inizia all'Haydar Aliyev Center e prosegue fra cemento e futurismo. Non ogni museo, tuttavia, riceve uguali attenzioni e finanziamenti dal governo
Lo stato in Azerbaijan sembra controllare rigorosamente le strutture religiose. Eppure molti, delusi da ingiustizia sociale e mancanza di un'opposizione credibile, si rivolgono al clero
Lo scorso 10 maggio a Baku è stato festeggiato in un tripudio di fiori il 90mo anniversario della nascita del padre della nazione Heydar Aliyev. Non si è lesinato sulle spese, come l'attuale governo non lesina nella repressione del dissenso